44 Capitolo terzo
porgere a voi, amico Verno, lavoratore indefesso per un eterno ideale di bellezza, il più cordiale e più fecondo augurio che possa mai essere rivolto a chi, come voi, fu chiamato ad illustrare con la parola e col senno quell'arte, che voi, o Verno, avete già nobilitata col lavoro.
E l'augurio che per mezzo del labbro mio tutti porgiamo a voi, atleta di una generazione che tramonta e seguace di una tradizione gloriosa, si è che possiate illuminare i discepoli, apostoli della fede nuova, affinchè l'esagerato delirio dell' individualismo e l'affannosa ricerca della originalità non abbiano a trascinare gli inesperti, gli illusi e gli esaltati a concepimenti o a manifestazioni artistiche che offendono l'arte e la fanno decadere.
E voi, amico Verno, che già avete assaporato con le forme squisite dell'arte vostra il bacio della Gloria, quel bacio a cui anelano le anime elette e, come la vostra, innamorate del bello ; voi, dico, con la sapiente tecnica dei colori e l'armonia perfetta delle linee, indicherete ai discepoli la via diritta che alla Gloria conduce ed educherete numerosi scolari a quella visione luminosa dello spirito, che prepara ai trionfi dell'arte e a quelli del maestro !
Con questo augurio, corra a voi, o Verno, il saluto dell'arte italiana, che vi chiama al più nobile ed elevato cimento, a cui possa agognare l'anima di un vero e grande artefice di bellezza !