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Capitolo terzo
vozione. E sull'altare il Nume, spogliato di tutti gli emblemi, di tutti i segni dell'ire, sien pure sante, e delle violenze, sien pure necessarie ; che potrebbero far di lui un uomo come tutti gli altri uomini. Imprimere nel bel volto tutte le generose energie leonine, tutta la radiosa luminosità dell'arcangelo; far risplendere sulla libera fronte la profondità degli orizzonti italici, e sotto l'arco scavato delle ciglia risuscitare l'occhio che contemplò tanta vastità d'ideali, che effuse tante carezze di carità, che fulminò tante viltà umane, da cui si sprigionò il fascino che conduce oltre i confini della gloria, la morte, con gioia; l'occhio che fissò senza tremare, in alto, nei cieli della patria, il sole della libertà; e chiudere nel largo petto di bronzo, fra le braccia frementi nell'ansia della lotta, l'immensa anima buona di tutte le bontà, fiera di tutte le fierezze, ardente di tutti gli olocausti. Questo il mio terribile sogno, o cittadini di S. Remo, ch'io, tremando nei polsi, amai concetto qui in faccia al vostro mare, dove egli ebbe forse l'annunzio primo ed arcano del suo destino. E di queste voci del mare, melodiose di gioia e di amore, ondeggianti nell'anima al bel giovine biondo : di queste voci rivelatrici di conquiste e di glorie al divinante apostolo dell'idea, di queste voci consolatrici del conforto supremo per le supreme anime, le voci delle memorie e della solitudine, di questo eterno inno del mare, io volli cingere la nuda pietra perchè il suo spirito rivivesse qui tutelato dalla sacra e viva poesia che ricinge la sua immortale isola di morte. Cosi, non alla mia fallace virtù d'artefice io attinsi le energie che dovevano adempiere il vostro voto, ma alla passione imperitura che accende tutte le anime all'esaltazione dell'eroe.
E così, grande premio alla esultanza e al dolore