Discorsi inaugurali
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Non ha un territorio al suo comando — e, se lo avesse, sarebbe angusto — ma ha tutto il mondo aggiogato al suo impero celeste ; e dovrebbe esserne soddisfatto.
Principe civile, sarebbe menomato di autorità, perchè sarebbe uguale a tutti gli altri principi ; e non potrebbe esserne il primo. Tutti lotterebbero con lui, siccome han lottato per parecchi secoli, con danno della fede e dell'autorità spirituale.
Sovrano indipendente, siccome l'abbiam noi costituito, è superiore a tutti; ed è questa la sua potenza. Egli esercita le sue funzioni per virtù propria, corrisponde con tutto il mondo, prega, s'impone alle coscienze, protegge e non ha bisogno di essere protetto, perchè il territorio italiano serve di scudo. Cosi, nè oggi, nè mai più, il cannone può giungere sino a lui, e non si può ripetere in lui l'oltraggio inflitto a Bonifacio Vili.
La cattolicità dovrebbe essere riconoscente all'Italia pei servigi resi al pontificato romano. Prima del 20 settembre 1870, questo doveva cedere ai principi della terra, ed i concordati coi medesimi furono concessioni sulle cose divine a danno dell'autorità della Chiesa. Fu soltanto dappoi, quando fu discaricato dalle pesanti suppellettili temporali, che Pio IX potè battersi con Ottone di Bismarck, e far sentire al forte uomo quanta sia la virtù delle armi spirituali.
Tutto ciò è opera nostra, opera del Parlamento e del Re, e dobbiamo esserne orgogliosi. Direi anche di più: fu il compimento della volontà di Dio, siccome volontà dell'Altissimo era stata, che l'Italia, raccolte le sparse membra, si ricostituisse in unità e si assidesse oggi uguale e rispettata fra le Nazioni.
Tredici lustri addietro, il poeta cristiano cantava,