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della Patria riassume il ricordo delle lotte, dei sagri-fizi, dei martiri, degli eroismi che prepararono e compirono la risurrezione dell'Italia.
La presenza dei rappresentanti delle nazioni alleate ed amiche le quali parteciparono con tanta cordialità alla nostra patriottica commemorazione, è novella prova che esse riconoscono la missione di pace e di civiltà che l'Italia ha nel mondo.
L'intervento dei venerandi avanzi delle patrie battaglie, della balda gioventù, simbolo e speranza dell'avvenire della patria, dei rappresentanti delle Provincie e dei comuni e di tanta onda di popolo, qui convenuti da ogni parte d'Italia, attesta la riconoscenza della nazione verso i grandi fattori della unità che ebbero a supremo duce il gran Re, forte della sua lealtà e della illimitata fiducia del popolo che egli condusse da Novara a Roma.
All' indomani di Novara, nel proclama del 27 marzo 1849, col quale annunciava di assumere la corona, Vittorio Emanuele indicava la via da seguire con le seguenti memorande parole :
« Ora la nostra impresa deve essere di mantenere salvo e illeso l'onore, di rimarginare le ferite della pubblica fortuna, e di consolidare le nostre istituzioni costituzionali ».
L'onore è stato sempre fieramente mantenuto illeso, e le istituzioni costituzionali, lealmente difese contro ogni attacco ed ogni insidia interna ed esterna, raccolsero intorno al Gran Re i patrioti di ogni parte d'Italia, costituendo così l'unità morale della patria, la quale fu la leva potente che condusse all'unità politica. Quando questa fu raggiunta, il Re d'Italia nel primo discorso che rivolse al Parlamento in Roma, potè riassumere l'opera sua con le seguenti parole: