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Come devo parlare in pubblico?
Esempi di discorsi per le varie occasioni della vita
Jacopo Gelli
Ulrico Hoepli Milano, 1912, pagine 464

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   Discorsi inaugurali
   247
   perenne, la pietà dell'eccidio, la memoria del Martire, e poiché si stimò, che all'insolito immane lutto dovesse rispondere una singolare attestazione di culto, — poiché non parve bastevole fosse scolpita nel marmo la venerata effige, che la grandezza della sventura aveva misticamente trasfigurata nel religioso compianto della nostra orbata famiglia, si volle che lo stesso nome, il nome lagrimato imposto a questa Torre, ai secoli venturi, con muta e maestosa eloquenza, tramandasse la funerea novella.
   Ecco cosi con fatidico riscontro, che sarà mònito salutare ai viventi ed ai posteri, ecco oggi la soglia che si apriva un giorno, temuta e malsicura, ai fastosi cortei delle antiche tirannidi, tramutata in tempio d'onoranze al Monarca, che fu prima d'ogni cosa amante del suo popolo e della libertà; ecco l'agile cupola della rinnovata Torre, simbolo un giorno di superba dominazione e fatta oggimai ospitale segnacolo ai cittadini, librarsi fidente verso quel cielo che si dischiudeva, non è ancora un lustro, all'angelica preghiera regale del dolore supremo e del supremo perdono, alla preghiera alata di Margherita di Savoia !
   A tradurre in effetto il patriottico disegno concorsero il benemerito Comitato qui presente, nonché le offerte d'innumeri Milanesi, coronate da una munifica elargizione di Luigi Erba; vi concorse l'Ufficio regionale per la conservazione dei monumenti in Lombardia; vi concorsero la felice maestria dello scultore Luigi Secchi, e segnatamente l'ingegno glorioso, la civile abnegazione di Luca Beltrami, auspicatore delle cure sapienti, che hanno ridonato alla città ed all'arte questo storico Castello. E ad essi tutti, che, interprete l'illustre amico mio senatore De Angeli, mi rendono oggi depositario del monumento prezioso, io sento