10 Capitolo terzo
suno vi comprese meglio. « Qui nacque, lavorò e morì », l'epigrafe. Voi avete completato il ciclo, facendo fiorire sulla desolazione della morte le viole odoranti della riconoscenza.
Di un sindaco per la inaugurazione di un monumento alla memoria di re Umberto /(')•
Sire! Regina! Signori!
Alle Maestà degli amati Sovrani in nome di questa città e della sua amministrazione municipale, ho l'onore di porgere un riverente saluto ed un affettuoso ringraziamento. E ringrazio del pari gli illustri rappresentanti del governo e dei supremi consessi nazionali, nonché le autorità qui convenute, per la loro cortese presenza.
E ancora vivo ed acerbo in noi tutti, o Sire, il ricordo del giorno fatale, che vide, poco lungi dalle mura di questa città, spento da mano sacrilega, nell'Augusto Vostro Genitore, Colui che un plebiscito di cuori italiani, quasi emuli dei Vostri palpiti di Figlio, aveva acclamato Padre comune.
Si vollero dai Milanesi consacrate, con monumento
(') Il marchese E. Ponti, senatore e sindaco di Milano, nel settembre del 1905 inaugurava alla presenza dei nostri Sovrani, il bassorilievo, equestre raffigurante Re Umberto I, collocato nella torre del Filarete del Castello Sforzesco di Milano, fatta risorgere dal benemerito senatore Luca Bel-trami, e alla memoria del Re Buono dedicata. Il discorso inaugurale del senatore Ponti è la glorificazione, come cittadino e come soldato, di Re Umberto; ed è una elevata protesta contro l'atto feroce e insano che lo spense.
h) Inaugurazione di un monumento.