Discorsi inaugurali
245
musica e volevano essere cantate su di essa, si che poi fluivano in danza nella sua eloquenza, così giovani e libere e gioiose come gli atomi d'oro in un raggio di sole.
Dite ai vostri figli che dopo aver meditato sui libri e sulla vita usci un giorno dalla casa dei padri, e scese alla piana e vi operò opere magnanime, sicché le genti si raccolsero intorno a lui e acclamarono al suo nome ; e poiché questo suo nome era ormai imporporato di gloria, egli volle, per il suo piccolo paese, averne uno, colorito solo d'amore, e fu il Pin di voi tutti, e stette umilmente chiuso in questa breve sillaba che anche i bambini potevano pronunziare e che voi gli avete gridato dietro come a richiamo quando se ne andò per non ritornare. Raccontate come egli amò il suo paese : il suo paese grande del quale glorificò la bandiera con l'ultimo fiato, davanti alle migliaia di cittadini adunati; il suo paese piccolo, la sua valle, i suoi monti -che descrisse in libri non morituri ; aggiungete che dopo aver beneficato con grazia soave e con schiva austerità, l'artista tornò qui col cuore ferito e con la barba d'argento, e mentre guardava stanco fuor della finestra i tramonti nel cielo natio egli assunse ai vostri occhi l'aspetto venerando di un giusto e di un santo. Poi, prima della suprema ascensione si preparò il bivacco ai piedi dell'Alpe, nel cimitero del suo paese.
In questa casa di dove uscì la sua figura mortale — non il suo spirito — voi la sua figura mortale avete ricondotto. Effigiato dall'arte pensosa di Davide Calandra, ecco Giuseppe Giacosa è tornato, è presso all'uscio della sua dimora. Avete compiuto un atto d'amore; questo egli voleva sopratutto. Gli avete ridato il sole che gli rallegrò i pensieri e il lavoro. Quando passate, salutatelo. Nessuno vi fu più amico di quest'uomo, nes-
Digitizedby GOOgle