Stai consultando: 'Come devo parlare in pubblico? Esempi di discorsi per le varie occasioni della vita', Jacopo Gelli

   

Pagina (253/479)       Pagina_Precedente Pagina_Successiva Indice Copertina      Pagina


Pagina (253/479)       Pagina_Precedente Pagina_Successiva Indice Copertina




Come devo parlare in pubblico?
Esempi di discorsi per le varie occasioni della vita
Jacopo Gelli
Ulrico Hoepli Milano, 1912, pagine 464

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

Aderisci al progetto!

   
[Home Page]




[ Testo della pagina elaborato con OCR ]

   Discorsi inaugurali
   239
   g) Inaugurazione di una lapide.
   Per la inaugurazione di una lapide commemorativa di un compianto poeta e commediografo (').
   Questa celebrazione quasi familiare di Giuseppe Gia-cosa, questo culto che gli rendete voi, uomini della sua terra, con semplicitą di cuore e con figliale commozione, interpreta con singolare delicatezza lo spirito del poeta.
   L'arte di Giacosa mi pare sopratutto l'arte di un padre. Essa č piena di saggezza, di bontą, di forza e d'amore. Lo scrittore non č mai nč timido nč prepotente; c'č una matura e ardente esperienza di uomini
   (') Colleretto Parella il 6 settembre 1908 inaugurava una lapide commemorativa, opera di Davide Calandra, sulla casa nella quale nacque (1847) e riposņ dalle aspre battaglie del pensiero, quell'uomo buono, grandemente, infinitamente buono, poeta dolcissimo, commediografo esimio, galantuomo esemplare, che si addimandņ Giuseppe Giacosa. Renato Si-moni tenne il discorso inaugurale che qui riproduco.
   Giuseppe Giacosa morģ il 2 settembre 1906 ed il compianto fu universale, sincero, profondo, perchč la morte di Giuseppe Giacosa ci privņ di una bella gloria della letteratura italiana, e di un uomo integro, fatto tutto di cuore, di indulgenza e di tolleranza senza confini. Amņ e coltivņ l'amicizia; generoso di consiglio e d'opera a chi tentava la via ardua della gloria, non sdegnņ, ma ebbe cara l'amicizia degli umili, da che egli non conobbe nč l'ira, nč l'odio, nč l'invidia.
   Tale fu Giuseppe Giacosa, e nessuna commemorazione, anche se eloquente ed elevata, come quelle che del buono poeta e grande commediografo fece l'ottimo Renato Simoni (che da Giacosa fu amato come figlio), potrą eguagliare i meriti del rimpianto uomo, allo scrivente costantemente e benevolo amico « nel mutar di venti ».