Stai consultando: 'Come devo parlare in pubblico? Esempi di discorsi per le varie occasioni della vita', Jacopo Gelli

   

Pagina (244/479)       Pagina_Precedente Pagina_Successiva Indice Copertina      Pagina


Pagina (244/479)       Pagina_Precedente Pagina_Successiva Indice Copertina




Come devo parlare in pubblico?
Esempi di discorsi per le varie occasioni della vita
Jacopo Gelli
Ulrico Hoepli Milano, 1912, pagine 464

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

Aderisci al progetto!

   
[Home Page]




[ Testo della pagina elaborato con OCR ]

   230
   Capitolo terzo
   nato nel sacro alloro immortale, è tornato alla terra ove nacque, e i suoi cittadini, con unanimi plausi, hanno dimostrato a Pietro Mascagni quanto ammirino il genio di lui, come siano altieri e lieti di riaverlo tra le loro mura ospitali.
   E bene a ragione il popolo livornese è superbo del giovane Maestro che cantò l'amore violento di Santuzza e di Turiddu, l'amore dolcissimo di Suzel e di Fritz, l'odio dei Rantzau, la passione di Ratcliff e di Silvano, il sogno di Zanetto, la vivacità ingenua delle Maschere, e la immeritata sventura della leggiadra fanciulla giapponese, chè il nome di lui, varcati i mari, fece noto al mondo come in questa terra benedetta, baciata dal mare divino, non anche è spento il buon seme che dette alla Patria, combattenti valorosi ; alle Scienze, singolari cultori, alle Arti, immaginosi romanzieri e poeti, pittori, cultori, architetti valorosi, insigni musicisti.
   E non anche eran cessati gli evviva all'ispirato Maestro e già il popolo livornese si affollava, il suono delle fanfare, sotto l'antico palazzo dei governatori, ad ammirare le care sembianze del Re martire, che un giovane artista cittadino ha effigiato magistralmente nel bronzo. E, fortunatissimo evento, alle feste dell'Arte e della Patria, partecipò con slancio giovanile il Duca degli Abruzzi, l'ardimentoso navigatore, che presso il Polo di ghiaccio piantava la bandiera d'Italia; il Principe Luigi, che i Livornesi si vantano di aver avuto ospite amato per tre lunghi anni, quando all'Accademia Navale temprava l'animo forte per le battaglie ardue della scienza, e sognava fidente di potere in un giorno non lontano accrescere di nuove fronde d'alloro la fulgida corona dei padri suoi valorosi.
   Nè meglio potevansi chiudere queste feste di popolo