Capitolo terzo
Senza macchia tutti tre, galantuomini nella vita e nell'arte, venuti da diverse regioni d'Italia, batterono vie differenti, e si incontrarono nell'ideale. E questo teatro, ansia e desiderio di tutti i nostri commediografi, acquista per la loro presenza come un'aria famigliare. Sono i simulacri dei loro protettori, sono le immagini dei nostri vecchi. L'inaugurazione di questo bronzo, è un'amorosa festa parentale. Non si commemora un estinto, ma si pone un segno nuovo a indicare l'unità e la continuità di uno sforzo. Come i viaggiatori per terre nuove piantano la bandiera sull'ultimo limite del loro cammino, perchè altri più tardi la ritrovi e la superi, così il giovine teatro italiano procede verso l'avvenire, e dove è giunto, pianta un'immagine e scolpisce un nome.
Non senza significato è che tre monumenti dedicati alle muse serene accolgano il pubblico qui. L'auspicio è ottimo, signori! Sono tre faccie argute del vivo e ricco spirito latino; sono tre aspetti dell'antica e chiarita anima italiana. E tutto fiero d'italianità intelligente e cavalleresca, è il busto che Leonardi Bistolfi foggiò con i tratti prodigiosi della verità, gettando nella fusione non soltanto il liquido metallo, ma i suoi ricordi commossi, il suo amore e le sue virtù animatrici, sicché nel bronzo splendono insieme lo spirito del poeta scomparso e l'anima dello scultore.
E tornato Giacosa al suo teatro. Non lo vedevamo da anni. Stasera è tutto presente: il suo aspetto là fuori, la sua arte qui, la voce ch'egli infuse alle sue creature, le passioni che egli pose nel cuore dei suoi personaggi, e per le quali pianse talora egli stesso, evocandole. E tornato Giacosa tra la famiglia dei comici dei quali conobbe i padri pittoreschi e vide crescere i figli baldanzosi: è tornato tra gli autori, che
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