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Capitolo terzo
Mi par di vederlo a questa ribalta nella sera indimenticabile. Dal pubblico salivano le grida e gli applausi, ed egli venne tra i suoi interpreti, scrollando loro vigorosamente le mani ; e richiamato ancora più e più volte, campeggiò solo davanti al sipario, con l'alta persona onesta e possente, con la gran barba fiorita.
Egli era nell'aspetto pari alla sua vittoria. Un perfetto equilibrio di pensieri gli raggiava sulla fronte capace; una gioia virile e semplice traluceva da quegli occhi affocati di bontà, sotto le folte sopracciglia. La sua vita era in pieno rigoglio di forza cosciente, di volontà proba, di speranza animosa. Allargò le braccia con un gesto di riconoscenza che andava al pubblico, che andava alla vita intera, generosa a lui di quell'ora mirabile. Pareva quasi gli sembrasse quella sua commedia trionfale troppo piccolo dono offerto alla folla commossa, e l'arse il desiderio di dare di più, tutta l'arte sua maturata in quarant'anni di sogni e di travagli, tutta la sua anima sonora e gentile, e tutto l'avvenire che gli balenò fulgido a un tratto, e gli parve facile a raggiungere, camminando col buon passo elastico e gagliardo che gli avevano insegnato le montagne native.
Altre vittorie vantava il suo passato; ma nessuna come quella piena e solenne. Altre volte l'artista era apparso al pubblico ancora fumido e ansante della sua fatica. Egli moveva a capo delle varie e pittoresche e agili figure che aveva creato, e combatteva con esse, e aggiungeva luce e suono al suo nome. Ogni commedia allora contava per una; era un solo cimento; era una. sola conquista. Ma in « Come le foglie », il pubblico applaudi tutta una vita. In « Come le foglie » il pubblico sollevò il suo Giacosa fuori dalla mischia, lo consacrò maestro, lo investì di un'alta signoria; gli diede