Capitolo terzo
elevato sentimento patrio e ad affermare i doveri che lo Stato italiano sente ed adempie con nuove premure per gli interessi dell'arte.
Chiude rivolgendo un pensiero al Re che a Spezia volle nel Natale di Roma celebrare il nuovo sposalizio del mare, interprete sempre alto e nobile dell'anima della Nazione.
Saluta il Conte di Torino e Venezia che con fervido sentimento continua la grande tradizione dell'arte e del patriottismo.
Per la inaugurazione di una Mostra Etnografica nel Cinquantenario della Proclamazione del Regno d' I-talia (').
Sire,
Alle terme di Diocleziano, storia di proconsoli e di imperatori; a Castel Sant'Angelo, storia di Pontefici; qui storia del popolo e dell'anima sua.
Primo lo smisurato intelletto del Goethe divinò quanto importasse alla storia lo studio dell'anima popolare, studio che in Germania il Grimm, e da noi iniziarono raccogliendo stornelli e proverbi il Tommaseo ed il Giusti, seguiti poi da numerosi infaticati ricercatori di novelle, di leggende, di miti. Ma la letteratura popolare, orale e scritta, sussidio validissimo, non sempre basta a determinare i caratteri etnici delle varie
(') Il 21 aprile 1911 alla presenza del Re fu inaugurata in Roma la Mostra Etnografica italiana, mostra meravigliosamente organizzata, eccellentemente riescita. Ferdinando Martini pronunciò in codesta circostanza le parole qui riferite, consenziente l'autore esimio.
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