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degli avi vita di leggi ed energia di opere, e passò dalla potenza delle navi e dell'attività dei commerci alla gloria delle arti. L'onor. Rava ricorda gli artisti veneziani che riempirono di loro fama il mondo, e Canova che, nuovo pellegrino d'amore, va a Parigi; ove erano stati trasportati i capolavori italiani, a rivendicare il nostro diritto ed a provare ancora una volta come, per le naturali leggi del genio italico, bene si congiungano arte e politica.
Quando 1* Italia, ancora serva, era divisa nei piccoli Stati, i congressi dei-dotti tenevano vivi e concordi il sentimento della patria ed il culto della scienza; oggi, libera e unita, l'Italia stringe in questi convegni, in queste gare dell'arte, i vincoli di una più larga solidarietà colle Nazioni amiche, vi cimenta le sue forze, vi prova il suo genio, inchinandosi reverente all'altrui, insegnando insieme ed apprendendo.
L'arte e la vita. — Accenna poi all'influenza che i tempi nuovi esercitano sulle tendenze dell'arte; dice che i nuovi strati sociali domandano il conforto dell'arte che consola e riposa,. che allieta ed innalza, e che l'arte a sua volta trae da questi strati intimi e profondi nuovo e necessario alimento.
Non uomini ed armi è la caratteristica dei nuovi tempi, ma uomini e macchine, e l'uomo, divenuto quasi viva parte di macchina e legato all'officina chiusa al sole, ha, più che non avesse prima, bisogno di godimenti estetici. E cosi l'architettura pensa agli stabili-nienti industriali, come pensò ad un tempo alle Loggie dei Mercanti, l'arte allarga il suo- dominio, gli artefici dalle botteghe e dalle fabbriche anelano all'arte, e nell'arte si riposano come la terra nella mutata coltura.
Per la coltura artistica nazionale. — L'esposizione di Venezia volle e seppe essere internazionale e