198
Capitolo terzo
* * *
Di un Ministro per la inaugurazione di una esposizione internazionale d'arte (').
Dalla città che nell'arte e nella politica e nella mirabile fusione dell'arte colla politica consegui gloria immortale, il Ministro manda il saluto del Governo italiano agli artisti di tutte le nazioni in essa convenuti a nobile gara.
Vicino a S. Marco, stupendo di linee e di colori, meraviglioso di arte e di storia, l'arte crea la sua religione, e qui fa sorgere un nuovo tempio internazionale, al quale convengono da ogni più lontana terra i fedeli, ed ogni popolo v'innalza l'inno della sua fede e vi reca, riflesse nelle tele o nei marmi, le sue caratteristiche etniche e le sue aspirazioni, lembi del suo cielo o brani della sua storia.
L'ospitalità nell'Arte. — Con felice intuito di un fatto storico e di una missione ideale l'artista che disegnò il manifesto della Mostra vi ha scritto le parole : arliutn portus. Questo rammenta la frase che Carlyle dichiarava di avere appresa dal Goethe : o qui o in nessun luogo! E per vero nessun'altra città potrebbe esercitare questa ospitalità dell'arte meglio di Venezia, che è tutta un monumento, che ebbe dalla sapienza
(') Alla presenza di S. A. Reale il Conte di Torino, rappresentante di S. M. il Re, s'inaugurava- in Venezia, il 27 aprile 1907, la VII Esposizione internazionale d'arte. Deputati e Senatori, artisti italiani e stranieri, le Autorità di Venezia ed una folla d'invitati gremivano il Salone dell'Esposizione. Parlò prima il sindaco conte Grimani e quindi prese la parola l'on. Rava dicendo con parola smagliante il discorso qui riassunto.