Discorsi inaugurali
195
Si era nel 1886, quando a S. E. il Generale de la Penne allora direttore del Genio a Roma, venne in mente di togliere il maschio del Castello dall' ignavia jn cui era caduto e di destinarlo a Museo delle armi, e dette l'onorifico incarico a me, che allora ero Capitano. Ebbi a compagno nei primi studi il compianto prof. Capannari, alla cui memoria mando un reverente ed affettuoso saluto; ma allora però facemmo pochi lavori, e presto — per vicende della carriera — avemmo, il Generale de la Penne ed io, destinazione fuori di Roma.
Solo nel febbraio del 1901, e perciò 5 anni or sono, riprendemmo gli studi e cominciammo i lavori ; e, se si è giunti al risultato che è definito dal momento odierno, si deve alla illuminata azione, costante, attiva, incalzante di S. E. il Generale de la Penne, che, superando difficoltà, opposizioni, diffidenze, apatie, ci ha sempre sorretti di incoraggiamenti, di consigli, di ammaestramenti.
Avemmo ausilio ed aiuto dai Ministeri della Guerra e della Pubblica Istruzione, il quale delegò a rappresentarlo il prof. Luigi Borsari, amico e collega carissimo, la cui morte fu una perdita vera per l'arte e per la storia; ed ebbi a collaboratore zelante ed intelligente l'ing. Coari, che sono lieto di ricordare in questo momento fortunato.
Cominciammo 5 anni or sono; e compimmo in questo breve volgere di anni, e con piccolo manipolo di operai, lavori di stabilità innumerevoli, e ricostruimmo pavimenti a mosaici di mattoni, e facemmo vetrate a stile d'arte, e scoprimmo (colla collaborazione del Pompeo Fabri) dagli imbianchi e dal fumo i meravigliosi affreschi degli allievi migliori di Raffaello, sulle pareti e volte di numerose sale, gallerie e gabinetti.
Digitizedby GOOgle