Stai consultando: 'Come devo parlare in pubblico? Esempi di discorsi per le varie occasioni della vita', Jacopo Gelli

   

Pagina (205/479)       Pagina_Precedente Pagina_Successiva Indice Copertina      Pagina


Pagina (205/479)       Pagina_Precedente Pagina_Successiva Indice Copertina




Come devo parlare in pubblico?
Esempi di discorsi per le varie occasioni della vita
Jacopo Gelli
Ulrico Hoepli Milano, 1912, pagine 464

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

Aderisci al progetto!

   
[Home Page]




[ Testo della pagina elaborato con OCR ]

   Discorsi inaugurali
   l'arte vi predominano perchè tale è la suggestione del
   Le laudi religiose iniziano il movimento. Jacopone, il popolare poeta vostro le raccoglie, e la vena limpida si spande nella poesia popolare. E questa non tenta di diventar poema se non più tardi, quando il nome di Dante già corre per l'Italia e gli intelletti svolgono gli alti pensieri nel Canto per farne poemi. Cosi viene il Quadriregio del vostro Frezzi, come venne il Ditta-mondo, ed era venuta VAcerba del forte Cecco D'Ascoli.
   Non meno in onore furono gli studi del diritto.
   Bartolo insegnò a Pisa, ma Perugia lo mandò deputato nei difficili negozi della politica.
   Baldi, discepolo ed emulo di Bartolo, fu perugino, ma crebbe la sua fama fuori di patria.
   Cino da Pistoia, l'amico di Dante e di Boccaccio, uno dei tre grandi che tennero a battesimo la .lingua nostra, venne ad insegnare nello studio di Perugia.
   Il Pontano è mirabile esempio del genio umbro, ma Napoli lo volle suo.
   E fra le voci gravi e solenni degli eruditi e dei giuristi una voce gaia prorompe, una poesia si leva con ritmo e andamento insueto. È la poesia arguta di Cesare Caporali che inizia nell' Umbria la satira civile e politica e la critica del costume a mezzo il secolo decimosesto.
   Traiano Boccalini risponde con forte sentimento politico e si prepara cosi l'opera di Alfieri e di Parini.
   L'arte e la Patria. — Dalla Sala del Cambio illustrata dal pennello del Perugino e conservata, come la libreria di Siena, nella sua integrità, l'anima umbra parla ai fratelli e ai lontani. E facile immaginare quindi i vecchi 11 seduti ricordare le glorie del passato richiamate alla loro memoria dalle pitture che Muturanzio
   paese.