Capitolo terzo
intorno dalla Rocca di Spoleto — di cui fu un giorno signora la bionda figlia di Alessandro VI — a Terni industre, fino all'estremo lembo della Sabina, levarono al cielo le loro torri, simbolo di fierezza e di patriottico orgoglio.
E la fede fervente di quei secoli, che univa il pensiero religioso a quello della patria, chiamò gli architetti umbri e toscani a nobile gara.
Sorgevano sul sepolcro del Santo ad Assisi due chiese sublimi che il pennello dei padri della pittura consacrò all'ammirazione dei posteri; Orvieto innalzava, con uno slancio incomparabile, quel Duomo a cui Lorenzo Maitani diede le forme e una pleiade di scultori e di pittori, fra i più illustri, la veste più fulgida che possa ornare un sacro edificio: Spoleto vedeva decorata la sua magnifica cattedrale dal vigoroso pennello di Fra Filippo, e Montefalco salutava con gioia la presenza di Benozzo Gozzoli, inesauribile e vivace interprete di fatti e di miracoli negli affreschi di San Francesco.
Ma fu Galeazzo Alessi che portò in trionfo per tutta l'Italia a Bologna, a Genova, a Milano, le stupende creazioni del genio architettonico di cui 1' Umbria si onora ; e fin del tardo Settecento da Foligno traeva alla capitale lombarda quel Piermarini a cui deve il teatro della Scala, famoso nel mondo, la sua fastosa archittura.
Gli studi a Perugia. — Le splendide corti dei Trinci a Foligno, dei Vitelli a Città di Castello, dei Baglioni a Perugia, furono veri focolari di civiltà donde a tutta F Umbria è derivata tanta tradizione di gentilezza che le nuove fortune non smentirono mai.
Così la letteratura integra l'arte e dà contributo degno alla storia della cultura italiana. L'erudizione e