Discorsi inaugurali
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assertore delle nostre istituzioni costituzionali, espressione purissima di quella aeqìiitas gentium, la quale soltanto' può preparare, per graduali ascensioni, l'accordo felice degli Stati civili nel progresso universale, infinito della scienza e della bontà; le due supreme forze, eterne rinnovatrici della fiorente gioventù del mondo.
Di un ministro per la inaugurazione di una esposizione d'arte antica (').
Il ministro ricorda le glorie e le memorie dell' Umbria, illustrate dai capolavori dell'arte sua raccolti nelle storiche sale del Palazzo civico. Tutte le città umbre contribuiscono alla gloria dell'arte italiana.
Se ogni grande nazione affida — come fu detto — la propria autobiografia a tre libri, quello delle nazioni, quello delle parole e quello dell'arte sua, queste mostre storiche fanno conoscere l'Italia a sè stessa.
L'Italia si rallegra del filiale culto che questa nobile regione presta alle grandi memorie del passato. L'arte umbra ora è oggetto delle più profonde e amorose ricerche da parte degli studiosi di tutta Europa.
(') A Perugia, nel vecchio palazzo dei Priori, il 29 aprile 1907 fu inaugurata la mostra dell'antica arte umbra. Intervennero alla cerimonia S. M. il Re, il ministro ed il sottosegretario di Stato per la pubblica istruzione, onorevoli Rava e Ciuffelli, le rappresentanze della Camera e del Senato, il Prefetto, il Sindaco e le altre autorità cittadine e molti invitati. Il conte Valentini, sindaco di Perugia e presidente del Comitato della esposizione, parlò per il primo. Quindi pronunciò il discorso inaugurale, qui riassunto l'onorevole Rava.
Inaugurazione di Esposizioni.