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Capitolo terzo
opinione, divisi da divergenze inevitabili e feconde, ma concordi nell'esercizio dell'imperio sulle anime col magistero della libertà, garantita dalle costituzioni, consacrata dalla consuetudine.
Le attitudini di un popolo a sopportare i costosi benefici e le procelle della vita pubblica segnatamente si fanno manifeste con le sue attitudini a sostenere gli effetti della libertà religiosa e della libertà di stampa.
Ora, in un convegno come il nostro, composto di scrittori per la loro indole critica più disposti a combattere che a lodare, si avverte che il vero carattere delle malleverie costituzionali consiste appunto nel giusto uso della censura, qual'è contenuta nei limiti della responsabilità e della repressione degli abusi.
Ma più che i freni legali operano, nell'odierno ordinamento della stampa, i freni civili, i giornali aspirano a mettersi in rapporto con le centinaia di migliaia di lettori e i pubblicisti sentono con fine intuito ch'essi riverberano più che non creano la pubblica opinione, la quale abborre dagli eccessi e intona dappertutto la stampa a temperanze di forma persino nell'ardore delle convinzioni più ostinate e delle polemiche più inflessibili.
Insomma non si può negare che da questa apparente Babele di idee diverse, espresse con ragioni esclusive, più che confusione delle lingue esca la luce, sotto la vigilanza assidua di un popolo di lettori.
E senza disconoscere l'effetto dei rapporti commerciali e delle comunicazioni scientifiche, particolarmente per l'opera quotidiana dei giornali si passa da una coscieyiza nazionale a una coscienza umana.
Il che attesta anche il rinnovarsi ormai regolare dei nostri convegni.
Qui, fra le molte cose antiche e recenti che do-