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Italia saluta i rappresentanti illustri delle civili nazioni, convocati a un parlamento di sapere, di giustizia, di concordia economica a favore della prima e maggiore fra le arti umane, dell'agricoltura.
L'avvenimento nuovo, per l'iniziativa ardita e pel consenso universale, cui si è accinto, con sicura visione del futuro, il giovane Capo di un popolo giovane, si spiega con quella seqtiela rerum, cioè logica e fatale coordinazione delle cose umane, che Dante e Machiavelli, Vico ed Herder (') intuirono come ragione efficiente della storia.
Le nazioni accolsero con un plebiscito di fede, che commosse i cuori nostri, l'invito del Re d'Italia, perchè sentivano che nell'alto ideale suo si confondevano il pensiero e il desiderio dell'età moderna e la tradizione di nostra gente.
Il Governo d'Italia ringrazia.
Il primo convegno degli Stati « per la scienza e per l'industria agraria » doveva necessariamente aver sede nella città, che fu detta la patria delle patrie; qui dove la nazione italica, uscita dal tumulto delle sue giuste rivendicazioni, si affermò araldo di fratellanza e di pace, si dimostrò risoluta fin dal suo primo nascere a promuovere la legge dei doveri dell'uomo a dignità di convenzione e di giure internazionale.
Rinverdiscono così sotto i raggi della vita moderna le remote tradizioni italiche, e tornano vivamente al-
e dei Curiazi al Campidoglio, si inaugurava la Conferenza dei Delegati degli Stati, convocata dal Re d'Italia per la fondazione del predetto istituto. L'on. Rava, che in allora era Ministro di Agricoltura, ecc., tenne lo splendido discorso qui riprodotto.
(') Celebrato teologo protestante e poeta di Mohrungen (Prussia) 1744-1803.