Discorsi inaugurali
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universale, che si fa più concorde e più gentile; dai vincoli più saldi ed estesi, che collegano uomini e Stati; dalle nuove necessità, che si impongono alla loro esistenza ed al loro progresso; dalla consapevole determinazione, verso cui gravitano, nel comune interesse, governanti e governati.
La storia ha ben potuto registrare in più di cento anni il sanguinoso tributo assolto primamente da un popolo precursore alla causa dei diritti dell'uomo, ed in appresso da altri, per facile conseguenza, alla causa del principio di nazionalità. Ma risolti o comecchessia transatti quasi ovunque codesti fondamentali problemi, le sorti del mondo civile volgono ora palesemente, e ne abbiamo giornaliere riprove, verso un regime che si informa all'armonia ed alla cooperazione.
Armonia e cooperazione, che, mediante provvidi accordi fra i governi, dall'orbita meno vasta delle nazioni più fortunate d' Europa, tanto più promettono di estendersi anche nei riguardi delle genti barbare, quanto più è stato crudele lo spettacolo offerto agli uomini di cuore, quanto più aspro è stato il frutto raccolto dai conquistatori nelle più recenti guerre coloniali.
Armonia e cooperazione, che dall'orbita più ampia delle relazioni internazionali tendono ad involgere dappertutto le stesse relazioni nazionali e sociali ; tanto è unanime il voto, che gli inevitabili dissidi di classe, di religione e di razza trovino ogni volta spontaneo componimento nell'uso sapiente dei diritti e dei doveri, in un largo spirito di tolleranza, nella maestà della legge; tanto è unanime e intenso il voto, che i gridi di odio e di dolore, che ci giungono in questi giorni da un nobilissimo paese, la Russia, cedano in breve tempo il luogo al regno della libertà, dell'ordine e della concordia.