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Capitolo terzo
Infine nei riguardi politici internazionali prevale ormai, per un provvido concorso di circostanze, ciò che si potrebbe chiamare il delirato sistema della cooperazione. Ne sono auspici le alleanze e gli amichevoli accordi: alleanze le quali (l'esperienza l'ha dimostrato) non suonano minaccia per gli Stati esclusi ; accordi che delle alleanze non menomano per nulla il sacro valore. E nel vario plasmarsi degli uni e delle altre, per virtù di opportuni equilibri e di alterne reciproche coazioni e transazioni, si appuntano e si alimentano quelle garanzie di pace durevole che altrimenti sarebbe stato vano sperare ; si ordiscono e felicemente si maturano le soluzioni di controversie, che in altri di, nell'assetto più incoerente degli Stati e col libero tumultuario ricorso alla forza delle armi, avrebbero trovato impedimento o ritardo, o dato occasione al pronunciarsi di ulteriori e più pericolosi conflitti. Sicché non è ardito l'asserire che nei novelli atteggiamenti della convivenza internazionale, ed anche, se vogliamo, per altra via, nel sorgere di istituzioni ed uffici mondiali, quali l'Unione postale, la Corte dell'Aja, l'Istituto di Agricoltura, già si affermano obliquamente se non direttamente, in parte se non in tutto, in stesse categorie di vantaggi, che si potrebbero attendere da un'unica funzione di Stato; e cosi di fatto se non di diritto, ma non perciò meno liete e vitali noi vediamo annunziarsi le promesse ed i germi della futura unione politica federativa fra i popoli naturale complemento dell'unità economica, giuridica e morale.
Tutto insomma, o Signori, concorre a rendere manifesto, comunque la pensano i cinici, i retrivi, i semplicisti, che i vaticini dei fautori della pace non sono infondati, come quelli che scaturiscono non già da malsano isterismo o da sogni ingannevoli, ma dal pensiero