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Come devo parlare in pubblico?
Esempi di discorsi per le varie occasioni della vita
Jacopo Gelli
Ulrico Hoepli Milano, 1912, pagine 464

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   Discorsi inaugurali
   167
   scontro il succedersi e l'intrecciarsi delle più disparate stipulazioni fra Stati e Stati. Esse mirano a disciplinarne le relazioni, con fini di reciproca tutela e di reciproco giovamento, così nell'ordine pubblico come in quello privato, così nell'ordine economico come in quello sociale. Ne fanno testimonianza trattati di commercio, trattati di lavoro, trattati per la protezione della proprietà letteraria e simili; ed infine, più significativi, i recenti trattati d'arbitrato permanente. In altre parole un ingegnoso e complesso sistema convenzionale accenna di giorno in giorno a surrogare nel funzionamento e nell'efficacia l'azione del potere legislativo nei rispetti internazionali. Per tal guisa, parallelamente allo svanire delle diffidenze etniche e politiche, parallelamente al complicarsi ed intensificarsi delle relazioni, già cominciano a dileguarsi le stesse discordanze fra leggi e leggi; ed accanto all'unità spirituale già s/ela-bora una crescente conformità e mitezza di costumi, già spunta l'aurora dell'unità giuridica.
   Inoltre, o Signori, per un lento naturale processo di penetrazione, del quale tutti siamo testimoni, alla grande importanza assunta dai fenomeni dell'attività economica nella vita individuale e collettiva dei popoli rispondono la similitudine dei bisogni e degli intenti, la fitta rete di scambi, che ne rendono solidali gli interessi. Tale solidarietà si rispecchia nella graduale unificazione dei mercati sia del capitale che del lavoro, sia dei prodotti che dei pubblici valori. Ne è quindi da meravigliarsi se il medesimo istinto di tornaconto, alleato a moventi più nobili, si appalesa, con progrediente fortuna, automatico scongiuro a quelle perturbazioni di pace, che per necessaria ripercussione, a differenza di ciò che accadeva in altri tempi, arrischie-rebbero dopo tutto di tornare funeste, non meno al vinto che al vincitore od allo spettatore.