Discorsi inaugurali
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lianità la parte migliore di noi stessi, scriviamo nei nostri ricordi più cari il motto della vostra bandiera: manet fid.es immota e vinceremo.
Discorso inaugurale di un Congresso della Lega Nazionale (').
A Voi, cittadini di Riva, che con si largo cuore ci ospitate, a Voi donne generose e gentili, a Voi rappresentanti della stampa onorata, a Voi compagni di lavoro e d'idea qui felicemente accorsi dall'Alpi tridentine e dalle Giulie, dalle pianure del Friuli, dalle spiag-gie e dalle isole che l'antico Adriatico bagna, ascenda il mio primo saluto e rechi propizia fortuna a questa nostra assemblea.
L'illustre mio predecessore cav. Nicolò Taddei augurava, nel Congresso di Pirano, che la nostra sbattuta navicella potesse al più presto lasciare dietro a sè mar si crudele. L'augurio non è peranco avverato : la nostra navicella non ha potuto alzare le vele per correr miglior acqua. I venti da troppe parti le son contrari.
Ovunque volgiamo le ciglia, incontriamo sguardi poco benigni. Pare che tutti ci siano nemici, palesi ed occulti : consapevoli e prepotenti che vogliono e possono, inconsci e paurosi che credono e cedono a chi rumorosamente mentisce, maligni che per dilettanza diffamano, indifferenti che per pigrizia si appartano, inetti i quali per sembrar meno piccoli tentano di ab-
(') Questo splendido discorso fu pronunciato dal poeta Riccardo Pitteri di Trieste, presidente della Lega Nazionale, all'XI congresso di detta Lega, a Riva di Trento, la domenica 24 maggio 1908, alla presenza del barone Bianchi, rappresentante del Governo Austriaco.
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