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Capitolo terzo
opera perchè i lontani figli d'Italia possano pensare alla patria e apprezzarne i progressi e possano insieme darle ragione di grandezza col più prezioso dei contributi: che in ogni Italiano — sempre e dovunque — sia rispettato un galantuomo !
« Gli idiomi nazionali — ha detto un grande filologo e pensatore, Max Mailer — sono come la ramificazione nervosa dell'organismo umano, la quale associa il piacere o il dolore da fibre remote, e compone in unità armonica la sensibilità e le forme più alte del sentimento e del pensiero ».
Uno strumento comune di sentimento e di espressione è un possente mezzo di coesione sociale e spirituale attraverso il tempo e lo spazio. Come 1' Italia del Rinascimento recò, — coli'invincibile fascino delle forme artistiche, e col meraviglioso rigoglio di un pensiero rigerminato fecondo di giustizia attraverso la disciplina della libera coscienza — luce di civiltà all'Europa; cosi l'Italia del Risorgimento — ripreso il posto che le spetta nella civiltà moderna e nel mondo del pensiero — vuole che i suoi figli non perdano l'uso di quel prezioso strumento che è l'idioma patrio, in cui fu scritto il « poema sacro », con cui Vittorio Emanuele rispose al grido di dolore degli Italiani dispersi, e Garibaldi chiamò i Mille, con cui fu scritta e giurata la costituzione.
Questo ben sa la Dante Alighieri. E quando sarà tessuta la storia dei suoi XX anni — della quale quest'assemblea deve essere fiera di rappresentare un elemento fattivo — desteranno meraviglia e riconoscenza gli accorgimenti senza fine, sempre nobilmente legittimi, usati per difendere e diffondere la lingua e la cultura nazionale, e per rinsaldarla ove poteva essere insidiata, con una propaganda dalla quale si fa il mi-