Discorsi inaugurali
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dicatrici dell'attività nostra, rispetto ad oggi in cui diffusa conoscenza dei fini della Dante e fiducia nell'opera sua non mancano, e grande e cordiale è la cooperazione di mezzi e di idee ! Oggi scuole sorgono nel nome della Dante; cuori italiani lasciano le loro sostanze all'apostolato vostro, cittadini residenti nella lontana America dànno fondi a crear scuole, rinnovando così il primo ed efficace esempio d'Alessandria d' Egitto nel 1861.
E l'idioma gentile — noi lo vediamo ogni giorno e nobilmente — in terra straniera conforta i figli d'Italia che ormai possono levare gli occhi sorridendo al ricordo del bel cielo del loro paese, possono pensare alle sue glorie, partecipando ad ogni legittimo orgoglio nazionale, possono rivolgere alla madre patria una parola di benedizione : anche quando la madre fu loro avara di benessere, solo perchè, se la corona di vittoria del suo riscatto le ha conquistato l'intangibile diritto di affermarsi come nazione, non potè subito darle mezzi ed energia capaci di sorreggere tutto il carico di formidabili doveri che la volontà concorde degl'Italiani le assegna.
L'emigrazione italiana è tal fatto che deve influire sulle leggi e sull'azione dello Stato. Le scuole devono pensare alla cultura del popolo che cerca lavoro fuori dei confini. Colla scuola popolare, colle scuole del lavoro che tengono vivo il naturai genio delle nostre genti, colle scuole serali e festive, colle scuole ambulanti, a questo grande cèmpito ora si provvede con nuova sollecitudine, già confortata dai risultati.
Le condizioni della cultura variano con le condizioni dell'economia e godono dei progressi di questa.
Scuola e cultura, sono còmpiti del Governo; italianità sia il frutto della scuola. La Dante Alighieri dà