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Capitolo terzo
stro Re, lo scorso anno, onorò qui le sempre rinascenti energie e presiedette, in San Giorgio, alle feste del lavoro.
Gli pare vengano da Palazzo ducale e da Palazzo San Giorgio, che ospitano signorilmente il Congresso, auspici lieti alla « Dante » per la espansione dell'opera sue e per le sue conquiste future ; e dal porto donde ogni giorno muovono per l'America le navi cariche dei nostri emigranti, ammonimenti alla « Dante » ed al Governo.
Ricorda l'inizio modesto della Società, sorta con pochi soci e con pochi mezzi, ma con molta fede; fede che veniva dalla memoria di altri tempi quando la lingua italiana era la lingua armoniosa e ammirata delle grandi Corti e della cortesia, e si diffondeva coi traffici fiorenti, ed esuli illustri e cari l'onoravano all'estero, difendendo con le lettere italiane l'anima nostra.
La « Dante » fu come la quercia su terreno duro, cui il lento crescere dà robustezza di fibra : resistette tenacemente alle difficoltà e nobilmente prosegui il suo compito ideale di difendere la lingua e la coltura della patria ; ed ora essa conforta di felici iniziative e di validi aiuti l'opera del Governo.
Elemento nuovo di operosità per la « Dante », che in tutti i paesi dove vivono Italiani vuole diffusa la propria azione di tutela e d'ausilio, fu la gran massa di gente umana affaticata che va lontano a cercar lavoro e fortuna; e nei nostri Congressi fu invocata e studiata quella nuova legislazione che si propone la tutela materiale e morale dell'emigrante.
E per sua iniziativa e co' suoi mezzi sorgono scuole od asili nostri in paesi stranieri, opera gentile di italianità e di concordia.
E^perchè il miraggio dell'Italia lontana non si di-