Discorsi inaugurali
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Discorso inaugurale al 10 Congresso d'ella « Dante Alighieri » {24 marzo 1890) pronunciato da Ruggero Bonghi (').
D'italiani che non vivono nel Regno d'Italia, ve n' ha di due sorta.
Alcuni non ci vivono, perchè le regioni dove stanno appartengono, si, storicamente ed etnograficamente all'Italia e niente vieta che un giorno siano, nel corso delle umane cose, ricongiunte o prima o poi, o tutte o parte, con quelle che già oggi fanno parte del Regno : altri non ci vivono, perchè hanno liberamente
(1) È con viva compiacenza di italiano, che qui riassumo il cammino percorso da questa benemerita e santa istituzione nazionale. I dati che qui riassumo dicono, lo sviluppo della nostra Dante in poco più di un ventennio, sviluppo che forse era nelle più lontane speranze dei fondatori. I Comitati crescono e con essi moltiplicansi gli aderenti. Appena 10,000 nel 1899, salgono a più di 18,000 nel 1900, a 30,000 nel 1904, a 35,000 nel 1906, a 48,000 nel 1908 e quasi a 55,000 nel 1910. E i soci perpetui da 20 che erano nel 1897 sommano a 137 nel 1900, a 320 nel 1903, a 768 nel 1906, a 1,300 nel 1908, a 1,500 nel 1910. Coll'aumentare dei soci sono naturalmente aumentati i bilanci, che dalle modestissime cifre del principio si sono elevati a notevoli somme. Cosicché l'entrata, che nel 1896 si aggirava intorno alle 25,000 lire, nel 1900 sale a 88,000 lire per elevarsi a 215,000 nel 1904, a 268,000 nel 1907 e avvicinarsi alle 400,000 nell'anno 1909. Con le entrate aumentarono le erogazioni per intenti sociali a cui complessivamente s'è destinata sino ad oggi una somma di più un milione e mezzo di lire in cifra tonda, pur potendo riservare un capitale inalienabile che si avvicina ora alle novecentomila lire.
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