Discorsi inaugurali
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di Roma. Fu felice l'assunto degli illustri uomini che indussero questa riunione, e oggi vogliono dar vita a una nuova associazione per il progresso delle scienze. La Maestà dei Re approva l'assunto, il Governo d'Italia applaude e segue con vivo interesse l'opera e si propone di aiutarla. La scienza italiana fa progressi mirabili nelle scuole, nei laboratorii, nelle officine; non tutti noti, non sempre giustamente estimati: di rado i forti lavoratori hanno aiuti adeguati, non tutto fa lo Stato, pur camminando con agile passo.
L'associazione per il progresso delle scienzè che uscirà dai vostri lavori sarà degna sorella delle nazioni straniere più presto ordinate ad unità. La precoce Italia che diede maestri e artefici insigni anche alle nazioni estere, matura sempre nuovi frutti.
La Università nostra molto contribuì al progresso delle scienze, molto nobilmente lavorò in questi anni di unità politica, molto fece e molto sente di poter fare, tanto più che l'economia italiana, forte delle sue conquiste, consente a mano a mano maggior larghezza di mezzi agli studi. La scuola, che fu pensiero assiduo dei congressi dei dotti, migliora ma domanda aiuti e vuol essere diffusa nel popolo. Gli aiuti non mancheranno : lo Stato italiano fu fatto prima nel pensiero dei dotti e saprà pagare il suo debito di gratitudine.
Oggi la scienza è diffusione di beni morali e di beni' economici che devono elevare le condizioni di vita del popolo. Il suo ideale e ogni suo progresso hanno riverberi come la luce. « Diffonder il valor sociale nelle masse è funzione dello Stato », insegnò Romagnosi dalla cattedra di Parma. Non parlerò di scienza a voi. Nobilmente ne parlò il Senatore Volterra ('), maestro
(') Vito Volterra di Ancona (1860), professore di fisica