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Capitolo terzo
e nell'illuminato vostro amore di patria, e sono certo che il còmpito mio sarà più facile, appunto perchè sono più grandi le difficoltà che ci attorniano.
I giorni che corrono sono gravi e richiederanno dal canto nostro grandi sagrifizi. Fra questi il primo che la patria attende da noi è di mettere in disparte ogni sentimento di ogni suscettività personale, di porre fine ad ogni scissura di partiti, di unirci tutti in un solo e comune pensiero.
La divisione delle parti, necessaria e opportuna negli Stati liberi pei tempi tranquilli, è fatale nei momenti in cui dobbiamo combattere un pericolo comune.
L'esperienza del passato ci è dolorosa maestra; non rinnoviamo gli antichi errori, non facciamo che un'altra volta la storia ci abbia a dichiarare impotenti, perchè fummo divisi.
L'Italia tutta, che ha rivolti i suoi sguardi verso questo Parlamento, e che ha riposto in noi una immensa fiducia, non ci fa solo sentire le sue grida di dolore, ma c'invia pure un consiglio: ci consiglia di essere concordi e prudenti.
A concordia e prudenza ci chiamava altresì, ora non è molto, e in un solenne momento, la voce autorevole del Principe. Noi non saremo indifferenti a quel consiglio e a questa voce. Noi procederemo uniti ispirati da un solo e medesimo sentimento, dal desiderio di promuovere il bene della patria; non ci lasceremo sviare da questo cammino, e potremo così efficacemente cooperare al compito della grande opera cui sono rivolte le cure del generoso nostro Sovrano, di quel Re, che, prode soldato e lealissimo principe, come~ottenne l'impero di tutti i nostri cuori, così seppe acquistare la stima di tutti i popoli civili e destare sì grandi speranze.