Discorsi inaugurali
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sua carica, sapeva adempiere gli obblighi e superarne le difficoltà, per modo da lasciare desiderio di sua presenza in questo consesso, e da rendere a me, per la memoria dell'esempio recente, più malagevole l'impresa già tanto ardua in sè, di corrispondere non indegnamente a quella fiducia, onde vi piacque onorarmi.
Della quale fiducia se io vado ripensando meco medesimo le cagioni, non mi viene fatto di vederne alcuna che io reputi sufficiente, tranne la benevolenza vostra; imperocché delle altre, che per avventura potessi in me riconoscere, io non ne scorgo pur una che per qualità e per grado non mi sia comune con altri molti di voi.
Tra queste ragioni mi sia lecito oggi di ricordare la fede salda e inconcussa che io ripongo nei principi onde s'informano le nostre libere istituzioni, la mia devozione al trono costituzionale, e il desiderio vivissimo, e la non dubbia speranza che io nutro, che questi principi siano promossi ed applicati, e questo trono circondato di nuovo lustro e splendore.
Procacciare questo effetto tanto desiderabile si aspetta principalmente al vostro patriottismo operoso, al quale unirò tutte le forze che sono in me, e tutto lo zelo di cui sono capace.
In questo modo sarà sempre più cementata quell'unione che ha base inconcussa nella lealtà e magnanimità del Principe, nella saviezza e prudenza dei poteri dello Stato e nella fede della nazione.
Senza che io stia qui a ricordarle, bene vi affermo, onorevoli colleghi, che le parti tutte del mio arduo ufficio sono presenti al mio spirito, tanto che io già dispererei di poterle adempiere siccome è debito, se non pigliassi sicurezza che alla mia insufficienza sarà per supplire l'efficacia del vostro concorso.
j. gklli. 8