Capitolo terzo
insino talvolta il colore della copertina o la foggia della legatura.
Si badi, io parlo del libraio intelligente, culto, scaltrito nell'arte sua e volonteroso chè, pur troppo, non sempre è cosi; ma questo ho voluto dire per dimostrare come quest'arte sia feconda di impensate vicende, quanto e come vasto è il campo in cui essa semina, coltiva e miete e quale e quanta varietà di cultura può addensarsi nel vigile cervello operante di un libraio editore dopo quarant'anni di lavoro assiduo tra il manoscritto vergato e il libro intonso.
Arte feconda poiché, l'invenzione che l'ha fatta nascere fu detta la più grande rispetto al progresso umano; arte nobile perchè l'editore convive con la falange più eulta e intellettuale della patria, arte memoranda che ha reso famosi nei secoli i Vendelin da Spira, gli Aldo, i Giunta, gli Elzeviri, i Giòlito,i Griffi, i Bodoni.....
Signori, l'editore attuale coi vasti e inauditi mezzi che la scienza mette a sua disposizione nel campo delle arti grafiche può oggi veramente creare l'opera d'arte. Il formato, la carta, i caratteri, le tavole illustrative, la inquadratura dei frontespizi, le imprese aforistiche, le guardie, la legatura, sanciscono il suo buon gusto, dan pregio e valore alle sue edizioni. Ecco il motivo per cui l'editore esperto e sagace non soltanto è un artefice ma può essere un artista.
Dovrei ancor dire della libreria antica: ricco deposito di opere rare e belle, dove si potrebbe compiere di sul vero la storia del libro dall'incunabulo senza frontespizio e dai caratteri sbavati e grossolani ai fa-
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