Discorsi per feste pubbliche e private
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Quella frase l'udì anche Hoepli ventenne, ne comprese il valore e promise a sè stesso di dare all'Italia nuova quella letteratura scientifica che doveva formare la cultura, sviluppare le energie, creare le nuove industrie, compilarne i codici e le leggi : portarla insomma all'avanguardia fra le nazioni civili.
Il giovane era straniero; del tutto ignaro del nostro idioma, e capitava in un paese ancor sconvolto e turbato dalle epiche lotte sostenute. Ardua era dunque l'impresa, ma audace, tenace e forte colui che doveva compierla.
« Audaces fortuna juvat » : il bel motto virgiliano non fu profetico per la prima grande impresa tentata dall'Hoepli perchè il Codex diplomatìeus Cavensis, pubblicato in 8 grossi volumi in 40 con tavole, indici e cataloghi cronologici nel 1874-1893, fu un disinganno amaro: lasciava il giovane editore con un passivo rilevantissimo, una delusione di più, ma in fondo all'anima una sorda rinnovata volontà di rifarsi per l'avvenire. Fra le opere di gran mole pubblicate nei primi anni, è la traduzione del teatro di Shakespeare per cura di Giulio Carcano. Ma l'idea più geniale fu quella di concepire la collezione dei « Manuali Hoepli » ornai giunta al dodicesimo centinaio di volumi : dei quali ciascuno è una foglia nell'albero dello scibile umano. Nel giugno del 1874 esciva per le stampe, nel notissimo formato, il manuale del tintore del Lepetit, da allora ad oggi la collezione conta 1200 volumi, diffusi a milioni di copie, tradotti in tutti gli idiomi, ristampati per in-sino 28 volte come il Manuale dell'Ingegnere o in 100 mila esemplari come l'Atlante del Kiepert. Dalla gra-
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