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Capitolo terzo
mente alle più audaci imprese, alle lotte più aspre di intelletto e di lavoro, per garantire alla grande e generosa Madre il rispetto delle genti nei benefici della pace.
La Vostra Società che da Italia prende il nome, prova quanto gli uomini, penetrati dei doveri verso la Patria, possano compiere sotto l'egida del suo nome fatidico.
E Voi, Signori, che siete dotati di sicura coscienza, non educate la gioventù a scendere in piazza nelle tumultuose e avide esplosioni di un malinteso, chiassoso ed effimero patriottismo; ma la raccogliete nell'ordine e nel silenzio delle vostre palestre e l'addestrate negli esercizi che assicurano salute, braccio forte, piede fermo e fanno nascere anche nell'animo dei timidi la fiducia serena del proprio valore fisico e morale.
Con una ben regolata disciplina dell'esercizio Voi inculcate nell'animo dei giovani i doveri verso la Nazione e trasformate i deboli fanciulli in uomini gagliardi, predisposti ad ogni sacrificio per la difesa della Patria contro qualsiasi nemico e contro qualunque pericolo che ne minacciassero la indipendenza o ne conculcassero i sacri diritti.
Questa è l'opera santa che Voi, sotto il nome benedetto d'Italia, avete intrapreso e conducete con sapienza in mezzo a difficoltà, è vero; ma anche circondati dal plauso e dalla simpatia di quanti sentono la grandezza dell'anima italiana.
Il battaglione di giovanetti da Voi organizzato, disciplinato, istruito, e che mi sta dinanzi come una falange di veterani gloriosi, suscita meraviglia e commozione.
Io mi commuovo nell'ammirare tanta giovinezza ancor fragile e irrequieta per l'età novella, piegata di