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Capitolo terzo
Maestà! Altezza! Signori! — Con questo voto, con questo augurio, a nome dell'Università Bolognese io Vi saluto.
Di un professore radicale per offrire ai colleghi la stampa di un suo pregiato lavoro.
Permettete che v'offra questo piccol ricordo del nostro Giubileo Universitario, a cui il nome vostro rimarrà sempre congiunto per la nobile parte che vi prendeste, e pei dottissimi e patriottici discorsi che pronunciaste.
In tanta frequenza di insigni scienziati italiani e stranieri, in tanto concorso di giovani studenti d'ogni nazione, in tanta festa di un'intera città commemorante la gloria degli avi, anche il radicale in politica dovè compiacersi (parlo per conto mio) di vedere il Re, dal cui labbro usci la parola agli italiani si cara, rendere omaggio alla sovranità del pensiero. E fu bello che in quella severa maestà della scienza e proprio là dove illustri donne dettarono un dì lezioni sapienti, l'affabil sorriso della prima e sì colta Gentildonna d'Italia facesse vibrare la nota di delicatezza gentile. E buono fu che il giovine Principe, in mezzo a quella scolaresca gagliarda, e in presenza delle gloriose bandiere che tanti suscitavano patriottici ricordi, potesse presentire con quale slancio sarebbe seguito nel dì dell'appello della Patria.
Lode a Voi per vostro autorevole e geniale concorso. Tutto ciò che glorifica la Scienza serve agli alti destini dell'Umanità: e Voi in modo degnissimo lo
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Onorevoli Signori,