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Capitolo terzo
saluto nostro, gradita la parola di riconoscente affetto che parte dal cuore. Pur troppo è saluto d'addio; ma di una cosa potete bene esser certi, che anche da Voi lontani a Voi sempre ci legherà la dolce memoria di questi fausti giorni, e con Voi vivremo nella comunione del pensiero, delle aspirazioni, degli intenti.
E ci parrà così di rendere il miglior tributo d'omaggio alla memoria dei padri nostri.
Non è egli in fatti cosi, o Signori? Dal di che in mezzo al caos di elementi cozzanti tra loro, in mezzo alle lotte intestine e alle ingannevoli paci di due podestà mal disputantesi il dominio del mondo, a traverso il miscuglio di leggi barbariche, di feudalismo, di disparate consuetudini locali, lo studio delle romane leggi, uscendo da una specie di seconda infanzia, assunse ad opera di Irnerio(') la toga virile: dal di che furon poste le basi di questa Scuola, che per tanta distesa di secoli ebbe continuatori preclari, e vide l'accorrere frequente di uditori e discepoli da tutte le parti d'Europa, i quali poi alla lor volta ne portarono i dettati, e, meglio che i dettati, la tendenza e lo spirito in mezzo alle patrie loro : da quel di può dirsi che comincia un ordine nuovo di tempi, non perchè quasi al tocco di magica verga sorga l'età dell'oro, ma perchè da quel di potentemente si afferma la Scienza, che intanto in una, e poi nelle molteplici manifestazioni sue, prende posto tra i precipui fattori di civiltà.
Pare il sorgere di un'alba novella che cominci a diradar le tenebre medioevali: pare la voce di risveglio dello spirito umano: pare lo incontro della celeste donna, che il nostro gran padre Dante fa parlare così:
{') Guarnerio, vissuto tra il 1060 e 1130. Insegnò a Bologna sino verso il 1090 grammatica, e poi diritto e fu addi-
mandato « Lucerna iuris ».