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Capitolo terzo
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Di un ufficiale della Riserva al Battaglione degli Alpini « Intra » ospite della Valsesia.
Signori Ufficiali,
E sommamente caro all'animo mio di porgervi col saluto dell'ospite, il saluto dell'antico compagno d'armi.
E codesto saluto io ve lo porgo sotto gli auspici di una parola, di un nome, dal quale noi tutti ci sentiamo presi e vinti, il nome benedetto d'Italia!
Italia! ecco la parola che ci illumina lo spirito e assopisce nell'anima i rancori di parte e le ire funeste delle lotte; Italia! ecco il nome fatidico che brilla di gloria immortale a traverso la civiltà di trenta secoli, e suscita in noi emozione profonda e un senso infinito d'amore; Italia, il nome della Genitrice magnanima, vindice di tutti i diritti e di tutte le giustizie ; madre pia ai deboli ed agli oppressi.
Ed è codesto nome, il nome d'Italia, immortale per le stigmate profonde del genio, affascinatrice per le bellezze naturali, rese più belle dall'artificio geniale dei suoi figli, che sospinge quanti hanno anima e sentimento di italiani, alle imprese più audaci dell'intelletto e del lavoro nel fine di assicurare alla madre generosa il rispetto delle genti nei benefici della pace.
E questo rispetto è garantito alla Patria diletta dall' Esercito, baluardo di fede nei destini della Nazione : arca sacra degli ultimi ideali in questi tempi di corsa sfrenata all'oro.
Ed a Voi, gagliardi soldati della montagna, che dell' Esercito siete l'avanguardia e che, più arditi delle aquile ardite, sfidate le cime più alte delle nostre altis-
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