Brindisi
57
tidiano fervore della prima prece appresa dalle labbra materne.
Noi ti ringraziamo, o poeta, per aver accresciuta la nostra fede con la tua visione pił vasta di ogni pił vasto sogno. Ma se Roma prima e poscia Venezia ebbero per tanti secoli il loro contrastato imperio, tu celebrando nella tua tragedia adriatica i natali di questa antica madre immortale, illumini e conforti i nostri spiriti ansiosi oggi, che ancora una volta la barbarie minaccia alle nostre porte e una voce irosa echeggia fra gli archi del grande anfiteatro romano di lą dal breve mare. Ma, se non pił l'aquila d'Aquileia, apre pur sempre l'ali un'altra aquila fatata; sopra il rostro delle navi d'Italia le aprirą e voglia Dio che tu sia chiamato a intonare il peana della vittoria sul mare nostro, tu che gią benedicesti le speranze erette in sommo alle nostre prore. L'augurio che facciamo č degno di te e sia consentito che questo voto io ti ripeta in nome dei millennario sangue veneto che tu celebrasti, in nome della mia fede di marinaio italico, che spera quando che sia di tornare come il buon pilota Lucio Polo, con l'occhio ancora sicuro e il cuore fermo alle rembate dei vascelli, che la tua giovinezza conobbe. Gią troppa fu l'attesa; ma il tuo venerando pilota ben ammonisce noi e i fratelli tutti di nostra stirpe: « Non č mai tardi per andare pił oltre».
Di uno schermitore ad un torneo internazionale di scherma.
Alla salute del Comitato e della Giuria, indipendente ed equa nei suoi responsi; alla salute di quanti siete
? * *