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Capitolo terzo
banchetto, perchè mi trovo nella fortunata posizione di essere, non solo il rappresentante del mio Governo, ma di recarvi altresì l'espressione unanime e sincera del sentimento nazionale. Oggi, le Loro Maestà, il Re e la Regina d'Italia ascesero, con religiosa riverenza, i fatidici colli di San Martino e Solferino, ove caddero a migliaia, francesi ed italiani, immolati alla vittoria di questa data istorica. Ed oggi, in tutte le città e fin nei più remoti villaggi dell'Italia nostra, il popolo, concorde col suo Re, invia il saluto della riconoscenza, memore e cosciente, alla nazione amica ed amata.
Vorrei, signore e signori, che la mia eloquenza potesse raggiungere le più ascose fibre del vostro cuore, per infondere in voi e far vostra la commozione ed il fremito di cui l'Italia si sente pervasa l'anima ed il cuore, in questo giorno memorando. Perchè, signori, è la data storica che noi celebriamo, storica e sacra al risorgimento italiano; ed è questo appunto il concetto che anima Popolo e Sovrano, nella nostra Italia, al di fuori e sopra ogni altra ragione statale.
La Francia combattè per noi, mossa da alto ideale di civiltà, non nato nel 59', ma che rimonta ad oltre mezzo secolo innanzi.
Perchè il fremito delle nuove idee, dei nuovi principi, dell'era novella di civiltà, di cui fu alba la rivoluzione dell'89, guadagnò i popoli italiani, li elettrizzò e li plasmò alle aure di libertà e dei diritti dell'uomo. E fu il contatto, continuo ed immediato cogli eserciti vittoriosi di Bonaparte, da Marengo a Rivoli, che destò il sentimento militare italiano, assopito, ma non spento,
giore medico; nel 1896 plenipotenziario italiano allo Scioa (pace di Addis-Abeba). * Nel 1901 Console generale d'Italia prima a Sciangai; poi Ministro plenip. a Tangeri.