Storia di Torino di Luigi Cibrario

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      prospetto a quello un altro palazzo che occupava allora per grazia del duca il cardinale Aldobrandino nipote di papa Clemente via; il qual palazzo del duca s'attiene a un bello e grande castello di difesa fatto all'antica con bellissime alte torri di molto bella apparenza poco lungi dalla piazza ».
      Loda poi la cittadella fatta a somiglianza di quella d' Anversa e la buona guardia che si fa alle porlenon consentendosi ad uno straniero l'ingresso e lo slare più di tre giorni senza licenza del governatore (4).
      Jouvin nel suo viaggio d'Europa (1672) comincia a celebrare la nostra ciltà. Parlando della chiesa di San Carlo ( ch'egli crede per errore uffiziala dai Domenicani) dice che era frequentatissima e che ha veduto più volte alla porta della medesima più di cento carrozze ricchissime. Ed essendo note le ampie dimensioni delle carrozze d'alloraqueste cento carrozze doveano occupare tutta la piazza
      se pure Jouvin non v' ha comprese le bussole che erano anche molto in uso (5).
      In marzo del 1677 l'abate Pacicheìli
      napolitanoscrivea con abbondanza di encomio intorno alle grandezze Torinesi. Magnifici diceva i palazzi
      comode le case; la piazza grande innanzi al real palazzovedersi spesso folta di carrozze; lodava la stupenda galleria d'arti e di storia naturale creata da Carlo Emmanuele ì
      dove trasse particolarmente la suaVoi. Il 95


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Storia di Torino
Volume Secondo
di Luigi Cibrario
Alessandro Fontana
1846 pagine 775

   

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