Storia di Torino di Luigi Cibrario

Pagina (732/781)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina  Immagine

      730 unno sestocapo settimo
      ebbe dimora e mancò di vita il conte Bogino. Ri-cliiama esso ancora un' altra memoriapoiché fu stanza di Giuseppe 11
      quando venuto nel 1769 a Torino
      destò la pubblica curiosità non solo per l'altissimo suo principatoma per la singolarità di sua persona
      andando attorno in abito dimessocoi proprii capelli appena impolverali
      mentre tutti usavano coprirsi d'enormi parrucche incipriatee vestir abiti pomposi. 11 Re suo zio fe'aprire in onor suo il gran teatro
      gli mostrò privatamente la S. Sindone
      gli fe' veder soldati e fortezze.
      I due principi erano ambedue riformatori; ma Carlo Emmanuele era un riformatore misurato e lento
      che adattava le riforme ai bisogni ed ai de-siderii della nazione. Giuseppe nun riformatore precipitoso che precorreva d'assai tempo l'opinione pubblica
      non si curava d'andar a saltidal proprio cervello
      e non dai desiderii de' popoli misuravane l'opportunità
      ed infliggeva le sue riforme allo Stato collo stesso vigore con cui avrebbe inflitto un ga-sligo; nondimeno principe di gran mentee d'ottime intenzioni
      che era persuaso di poter educare il popolo con una legge
      di abbatterne l'ignoranza con un rescritto ; senza pensare che l'educazione dei popoli è lentae che la pubblica opinione si può qualche volta ed anche si dee prevenire dai legislatori
      quando appena comincia a formarsima non si può creare ad un tratto per virtù d'un decreto imperiale.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina  Immagine

   

Storia di Torino
Volume Secondo
di Luigi Cibrario
Alessandro Fontana
1846 pagine 775

   

Pagina (732/781)






Bogino Giuseppe Torino S. Sindone Carlo Emmanuele Stato Sindone Giuseppe