Storia di Torino di Luigi Cibrario

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      CAl'O SETTIMO
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      giusta e tranquilla libertà coli'esercizio del potereil ben essere materiale col sentimento d'onore e di amor patrio
      come nelle monarchie temperate. Il bene pensava egli doversi pocurare per vie apertecolla persuasione e non colla forza
      perchè la verità è tal divache A suo culto pia s'abbella e più cresce
      quanto più è paleseed ha per degna lampa il sole; e perche ogni nazione ha un centinaio o un migliaia d'uorrir.i
      la cui opinionequando sia ben ferma
      e altamente piolessatatrae seco le opinioni dii tutti
      dico di quelli chc sono in grado d'averne. E quel centinaio o migliaio di cittadini sa distin guere iì vero bene dall'apparenza del benee quando l'opinione dei principali o più virtuosi e più esperti cittadini si presenti densa
      uniformecostante agli occhi •IcH'autorità
      intorno ad un miglioramento da introdurread un male da schivare
      un governo che non sia cieconon «ndugia troppo a dare a questa opinione la sanzione d legge. Quest'uomo sommo che io venero come padre
      e che pel corso di quindici ann: mii fu quasi quot luianamente amorevole guida e maestromorì 1 14 marzo del 1837 ; ma di luì rimane per conforto d- tanta perdita e per onor delle lettere Italiane
      il mio amico e collega conte Cesare Balbo.
      Il palazzo de' marchesi San Giorgio
      rifatto dal conte Ignazio Alliaudi Baroni? di Tavigliano che fu discepolo del .luvarae recentemente ornalo di facciala
      è memorabilecome abbiam dello
      perchè ivi


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Storia di Torino
Volume Secondo
di Luigi Cibrario
Alessandro Fontana
1846 pagine 775

   

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Italiane Cesare Balbo San Giorgio Ignazio Alliaudi Baroni Tavigliano