Storia di Torino di Luigi Cibrario

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      LIBRO SESTOdi lui fuorché ciò che s'accorda colla giustizia
      e non concedono valor di legge all'impulso momentaneo d'una passione. Costoro in ogni più legittima rimostranza travedono un principio di sedizione ; interpretano a loro modo i discorsiinterpretano il silenzio; dalle amicizie
      e ciò che è più stranodai parentadi
      traggono talvolta materia d'accuse; a un principe di poco giudizio persuadono che la stampa fu un' invenzione diabolicache le lettere e le scienze covano macchine fatali ai regnatori
      e si fanno apostoli dell'ignoranza : a un principe debole empiono il capo di paureil cuor di sospetti
      e facendolo temere lo fanno per necessaria conseguenza incrudeliree mentre si danno l'aria d'essere i più saldi sostegni del trono
      quelli sono invece che ne picchiano
      e ne addentano con maggiore stoltezza e pertinacia la base: imperocché la paura fa i tirannie la tirannia le rivoluzioni.
      A' 7 di settembre del 1706
      dopo la sconfitta dei Francesi e la liberazion di Torino
      v'ebbe nel palazzo Grancri
      dove abitava il vecchio generale Daun
      una suntuosissima cenaa cui intervennero Vittorio Amedeo 11
      il gran principe Eugenio
      i principi di Saxe-Gotha e d'Anlialt
      e gli altri principali dell'esercito Austro-Sardo.
      Nella seconda isola a destradietro al palazzo del principe di Carignano
      sorge oraper munificenza del re Carlo Alberto
      il nuovo Collegio


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Storia di Torino
Volume Secondo
di Luigi Cibrario
Alessandro Fontana
1846 pagine 775

   

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