Storia di Torino di Luigi Cibrario

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      c.ai'o quartomissioni da voi l'ade
      ed il felice successo ottenuto nnche in riguardo agli eretici. Se v' hanno uomini al mondo che tengano maggior obbligo d'umiliarsivoi ed io siamo quelli
      e con voi intendo i vostri collaboratori. Io per li miei peccatie voi per li beni che piace a Dio d'operare per vostro mezzo; io perchè mi vedo fuor del caso d'assister le anime
      e voi per essere stati scelti per contribuire alla santificazione di tantie per poterlo fare con tanto frutto. Bisogna una grande umiltà per non trarre diletto da tali progressi e dal plauso del pubblico. Ne bisogna una grande ma troppo necessaria per riferir a Dio tutta la gloria delle vostre fatiche. Sì
      o signorevoi avete mestieri d'una umiltà ferma e vigorosa per portar il peso di tante grazie di Dio
      e concepire un gran sentimento di gratitudine onde riconoscerne l'autore. Io prego il Signore che la conceda a tulli voi quanti siete... Non dubito che la grazia che accompagna monsignor il Marchese vostro fondatore v'abbia attirato le grazie spirituali e temporali che il Signore vi concede; e che bisogna attribuire al merito di lui tutte quelle che Dio vi prepara. »
      Vedendo le buone opere e i lieti successi dei Missionarii
      la calunnia avea soffiato contr'essi i suoi veleni. Aveali accusati di persuadere al popolo di non pagare i tributi. S. Vincenzo scrivea al signor Martin il 7 luglio del 1656.


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Storia di Torino
Volume Secondo
di Luigi Cibrario
Alessandro Fontana
1846 pagine 775

   

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