Storia di Torino di Luigi Cibrario

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      CAPO TERZO
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      al Vangelo
      e d' esercitare ad un tempo un diritto ed un dovere socialeprocurando l'abolizione
      non della povertà (che impossibile sarebbe)
      ma della mendicità
      collo instituire ospiziidove i poveri che possono lavorare
      lavorino; e quei che non possonosieno caritatevolmente nudriti.
      Negli ultimi anni del regno d'Emmanuele Filiberto alcuni uomini principali della tanto benemeritae tanto sapientemente e cristianamente operativa Compagnia di S. Paolo
      congiuntisi con altri virtuosi cittadiniformarono una pia unione che intitolarono della Carità
      e costrussero una casa nel borgo di Popresso al sito ove ora son le Rosine
      che chiamarono Albergo di Carità
      dove i mendichi inabili al lavoro fossero ospitati e pasciutie gli altri apprendesser quell'arte che meglio a ciascuno tornava. Quest' ultima parte fu per altro la sola che poterono per allora avviare
      e si distinse poi col nome di Albergo di Virtù
      e l'ospizio de' non abili al lavoroIo Spedale di Carità
      rimase per qualche tempo nella condizione di desiderio e di progetto. Molte agiate ed industri famiglie milanesi erano venute ad abitar Torino
      trattevi dal prudente e regolato governo di Emmanuele Filiberto (8)
      le quali avendo nella mente l'idea del vasto spedai di Milano
      procuravano a lutto potere d'introdurre un simile stabilimento a Torino. Questo pensiero sorrideva pure a Carlo Emmanuele iil quale fin
      Voi. ii e
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Storia di Torino
Volume Secondo
di Luigi Cibrario
Alessandro Fontana
1846 pagine 775

   

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