Storia di Torino di Luigi Cibrario

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      CAl'O SESTOi55
      maledico'e (lorosi vendicherebbe con velenose rime dell'oltraggio; e la fama di Sua Altezza ne rimarrebbe in perpetuo diminuita. Questa nuova malva-gita rallenne breve tempo il duca
      il qualo prosciolse il poetae lo restituì nella sua grazia; ma nel rendere i manoscritti
      annullò il poemacausa d'un tanto errore. E il Marino sapendo che i soli uomini impeccabili hanno ragione di chieder principi impeccabili ; che la menzogna e l'adulazione assediando costantemente gli accessi del trono
      bisognerebbe ai monarchi una tempra angelica per non cader mai in errore; che ad ogni modo il principe si debbe amar come principio quando non si può amar come uomo; e che per difetti anche soprabbondanti dell'indole suaCarlo Emmanuele non lasciava d'esser primo capitano e primo uomo di stato de'suoi tempi pio
      umanoaffabile
      lettcralissimoe dell'indipendenza italiana caldo amico e promotore efficace; Marini
      dicocontinuò ad amare ed onorare il duca e gli altri principi di Savoia
      a cantarne le lodia riceverne tenerezze e segnalali favori.
      u Non volle il Marini fermarsi sotto quel cielo dove F ombre erano creduti corpie le apparenze sostanze.» Così il Loredano
      suo biografogeneralizzando
      secondo il solito error di logicaun fatto particolare
      anzi eccezionale. 11 vero è che Marini andò a Parigi onde stamparvi VAdone
      che qui non avrebbe potuto stampare. Dedicò quel poema a Maria


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Storia di Torino
Volume Secondo
di Luigi Cibrario
Alessandro Fontana
1846 pagine 775

   

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