Storia di Torino di Luigi Cibrario

Pagina (433/781)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina  Immagine

      CAPO SESTO
      40!}
      mia fede ed incorrotta integritā ricevano notabilissimi aggravii per ridicolissimi sospettiio veramente rimango stupito di quanto al mio ritorno mi vieti significato. Povero principe! Poveri servitori! A questo segno giunge la per/Idia di voler trionfare dell innocenza! V. E. si compiaccia farmi pervenire quelle cieche infamie
      perchč io svelerō quell'incarnato demonio che ne č Vautore
      e non m'ingannerō
      perchč n'abbiamo molti riscontri urgenti ed infallibili....
      A crescere la miseria di questo ministro gli sopraggiunse 1'8 dicembre un'altra grave amarezza. Aveva egli casa e podere a Doirone
      e non essendo di sua natura punto agevoleviveva in perpetue quislioni coi vicini. Il popolo d'Orbassano
      vedendolo scaduto dalla grazia del principesonata campana a martello
      andō ad insultare i suoi massaria diroccar le muraglie
      a guastargli i giardini con parole contro di me che non si direbbero ai canifatti mille sprezzi come se fossimo nella Tracia
      e in un paese in cui non vi fosse nō Dio
      nč principe
     
      nč legge...... quanto a mebramo morire per non
      sopravvivere alle mie pubbliche ignominie. Tali angosciose querele mandava il Blancardi in lettera al segretario di stato Buonfėglio.
      La sua brama di morire fu pur troppoe in modo crudelissimo
      esaudita.
      Fin dal 10 novembre 1074
      Leoneuno dei delegati
      accennando al libelloscriveva ad un ministro


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina  Immagine

   

Storia di Torino
Volume Secondo
di Luigi Cibrario
Alessandro Fontana
1846 pagine 775

   

Pagina (433/781)






Idia Vautore Doirone Orbassano Tracia Dio Blancardi Buonfėglio