Storia di Torino di Luigi Cibrario

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      MURO TERZOprincipe una condanna di 150[in ducatoni che gli era dovuta—che egli solo sapeva il fatto
      e che con gli atti e lo dottrine alla mano farebbe tacer tutti — esser vero che queste non erano parti di giudicema che 1 giudice non fa mai male quando fa ciò che porla d giusto. — 1 ministri che pensavano diversamente non poter essere che cicchi e maliziosi — Che sperava d'essere giustificalo
      e poi pregherebbe S. A. di gradire la resinazione delle sue caricheamando egb 1' onore e non gl onor e dimettendo volontieri quelle pompose spoglie. »
      Altra volle chiedeva un processo fulminante con cinque o sei minisliche lo sentissero mezz'ora col processo alla mano
      esc si Irovasse tardanza o colpa menomissima volca esser punito: io chiamo giudici rigorosi e non graziaquando sia reo; castigo e non perdono. Così egli. 11 duca deputò a sentirlo Novarina pi imo presidente
      BlancardiLeone
      Balegno e Fri-chignono senatori ; ma egli rispose : che cosa dirà ai delegati ? Stima miglior partito far una scrittura iti cui diì'à di più di cii che direbbe a voce; nuovamente giurando che in ciò che riguarda il servizio di S. A. e la giustizia non ha un peccato veniale.
      Intanto spargevasi un nfame libello contro al ducadel quale subito si fe' correr voce esser Blan-card- l'autore. Fu credulo agevolmente
      per trattarsi d'uomo d'indole maledica e disgustatissimoAvvertito della nuova accusa
      scrisse a Truchi : benché la


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Storia di Torino
Volume Secondo
di Luigi Cibrario
Alessandro Fontana
1846 pagine 775

   

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Irovasse Novarina Fri-chignono Blan-card- Truchi