Storia di Torino di Luigi Cibrario

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      LIBRO TERZOcopia del medesimo letla in Senato
      ommesse molle particolarità in seguito ad un ordine di Madama Reale; infine del supplizio segreto; quasiché tutto ciò si fosse fattose non con espresso fine
      almeno coll'effetto d'aggravar la loro riputazione; massimamente che si era passato oltre alla condanna del monacosenza averne facoltà dalla S. Sede
      la quale persuasa (sebbene a torlo) che fosser calunnie indirizzate a ferir 1' onore de'principinon avea mai voluto autorizzare il relativo procedimento. Madama Reale quietò con buone parole i principi
      e li assicurò solennementeche ombra di sospetto non era passala in capo a lei
      nò al ducarispello all' illibatezza della loro fede. Nella copia poi del processo non s'erano ommessi che quei capi nei quali gli accusati o i leslimonii riferivano parole e giudizi che offendevano la riputazione della duchessa.
      La medesima superstizione delle statue di cera
      battezzate col nome d' alcunoe poi trafitte per uccidere il personaggio clic vi si rappresentava
      condusse nel 1710 al patibolo Giovanni Antonio Boca-laro di Caselle. Questi si trovava in carcere come sospetto d'omicidioe sperava
      quando venisse a morte Vittorio Amedeo 11
      un indulto che gli aprisse le porte della prigione. Queste invece gli furon dischiuse il 50 di gennaio di quell' anno per condurlo all' udienza del Senato
      sedente in Ioga rossaove domandò
      con una torcia in manoperdono a Dio
      al


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Storia di Torino
Volume Secondo
di Luigi Cibrario
Alessandro Fontana
1846 pagine 775

   

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