Storia di Torino di Luigi Cibrario

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      CAPO QUINTO
      507
      Non -č come ora sono i nostri monumenti architettonici (se v'han monumenti) pallide copie di cose greche o romane. E una creazione. Ha carattere di grandezza e maestą. Ha un suggello suo proprio. Ed invece il secolo xixse continua come ha cominciato
      legherą ai posteri molte caso mercantilialcuni graziosi casini
      archicappelle e qualche tempio
      imitati dai Greci e dai Romani
      ma non un solo palazzonč una sola chiesa.
      La mirabile cappella di cui parliamo fu cominciata nel 1657 e finita affatto nel 1694. Li danari occorrenti si pigliarono dai proventi della zeccatratta
      dogana e fonderia. Il conte Amedeo di Castella-monte
      ingegnere di S. A.
      soprainlendeva alla esecuzione dei lavori.
      Della ricerca e del trasporto de'marmi s'occupava l'ingegnere Bernardino Quadri. I pilastri e contropilastri sono di marmo di Frabosa; gli zoccoli di marmo di Chianoc; la scala per cui si scende alla tribuna reale č di marmo di Foresto. Simone Boucheron di Tours e Lorenzo Frugone fondevano bronzi pe' capitelli. Scolpiva i capitelli dei pila-stroni Bernardo Falconi. Ridia e varii altri li doravano (7).
      La Sla Sindone fu trasferita nella nuova cappella addi 1° giugno del 1694
      alle ore quattro pomeridiane. Le aste del baldacchino erano sostenute da Vittorio Amedeo ndal principe di Carignano
      dal


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Storia di Torino
Volume Secondo
di Luigi Cibrario
Alessandro Fontana
1846 pagine 775

   

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